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SPID obbligatorio per le PA dal 1° Gennaio

Dal prossimo 1° Gennaio la PA dovrà garantire ai cittadini dotati di Spid l’accesso ai propri servizi. Quella di aprirsi al Pin unico del sistema pubblico di identità digitale era, per ora, solo una facoltà,scelta al momento da quasi 3.800 amministrazioni. Tra qualche giorno diventerà un obbligo.

È una delle novità contenute nel decreto che modifica il Cad (codice dell’amministrazione digitale). Con buona pace della carta.

La cittadinanza del futuro è quella digitale. Si muove verso questo orizzonte il decreto legislativo approvato definitivamente dal Consiglio dei Ministri lunedì scorso, di attuazione della riforma Madia della Pa. Il provvedimento rimette mano, per l’ennesima volta, al codice dell’amministrazione digitale (CAD) con l’obiettivo, soprattutto, di permettere ai cittadini di interloquire online con la pubblica amministrazione. Ecco perché il nuovo decreto ruota intorno ai concetti di domicilio e di identità digitale, prevedendo il diritto di ognuno, a partire dal prossimo primo Gennaio, di accedere ai servizi della pubblica amministrazione attraverso lo Spid (sistema pubblico di identità digitale).

Si tratta di un rovesciamento di prospettiva. Lo Spid esiste da Marzo dell’anno scorso e al momento ne sono in possesso oltre 2 milioni di persone, che possono accedere ai 3780 servizi messi a disposizione dai soggetti pubblici. Il nuovo Cad trasforma quella che ora è un’opportunità per i cittadini in un obbligo per la PA, che deve garantire l’accesso ai servizi attraverso l’identità digitale.

Meno pressanti, invece, i tempi per il domicilio digitale. Ancora non c’è una scadenza entro la quale tutti dovranno avere la “residenza” virtuale, che altro non è se non una posta elettronica certificata (Pec) o un altro servizio elettronico di recapito certificato qualificato. Sarà un decreto a stabilire il momento dello switch-off, a partire dal quale tutte le comunicazioni tra gli uffici pubblici e i cittadini dovranno avvenire on line.

La PA deve, inoltre, garantire ai cittadini servizi online semplici e integrati permettendo di accedervi pure attraverso smartphone e tablet. Deve, poi, assicurare la connettività a Internet negli uffici e luoghi pubblici, anche mettendo a disposizione dei cittadini la quota di banda non utilizzata dalla PA, da agganciare facendosi riconoscere attraverso Spid o la carta di identità elettronica oppure la carta nazionale dei servizi.

 

— Estratto dell’articolo di Antonello Cherchi “Scatta il diritto di identità digitale” su IlSole24Ore